Pubblichiamo la denuncia congiunta di Chi Si Cura di Te? e Mi Riconosci riguardante il progetto avviato a Torino di “Sale mediche nei musei”
A Torino alcuni giorni fa è stato dato avvio al progetto “Sale mediche nei musei”, che individua 5 strutture museali in cui allestire ambulatori di medicina generale.
I gruppi torinesi delle associazioni Chi Si Cura di Te? e Mi Riconosci, giovani professionisti e professioniste rispettivamente medici e dei beni culturali impegnati nel diritto, nella difesa e nella promozione alla salute e alla cultura sia nel ruolo sociale che lavorativo, criticano l’operazione e ne denunciano gli aspetti pericolosi e fuorvianti.
Da tempo Chi Si Cura di Te? evidenzia la carenza cronica di risorse umane e strutturali all’interno del Servizio Sanitario Nazionale adeguate a rispondere alle richieste dell* pazient*: questo tentativo di combinare un’esigenza di strutture sanitarie (da adeguare ai servizi erogati) con la necessità di investire i luoghi della cultura di una funzione altra, non propria, come quella sanitaria, svuota i musei del loro ruolo sociale fondativo e demanda la risoluzione di problematiche e deficit organici in ambedue gli ambienti lavorativi, vittime parimenti di sfruttamento, allineandoli in uno sfondo in cui il “benessere psicologico e sociale” diviene elegantemente una “strada” comune all’interno del progetto “Cultura di Base”.
“Oltre al danno, la beffa: gli spazi culturali, in particolare a seguito della pandemia, boccheggiano senza risorse e in completa crisi d’identità – dichiara Flavio D. Utzeri, archeologo e attivista della sezione piemontese di Mi Riconosci – Il distacco, in particolare nel capoluogo sabaudo, di questi spazi dalla comunità cittadina è sempre più ampio e preoccupante: questa mossa non farà altro che aumentarlo e confondere ancora di più le acque su quale debba essere la missione di un museo, o di una biblioteca. Interessa ancora alla nostra classe dirigente che i beni culturali torinesi operino come beni culturali?”, conclude Utzeri.
“Da decenni l’effettivo realizzarsi del processo di cura viene messo alla prova, appellandosi ad uno sforzo congiunto per investire innanzitutto nella sostenibilità del lavoro, nell’investimento in risorse umane e formazione, nel realizzare delle strutture sanitarie intese come tali, pensate e progettate per la cura del paziente e per il lavoro di chi espleta i servizi all’interno di esse – sottolinea Chi si Cura di Te? – La nostra associazione vuole prendere le distanze e condannare questa iniziativa dipinta a pseudo-soluzione di riadattare od improvvisare ad ambulatori, negando spazio e ruolo ai luoghi dove andrebbe anzi favorito lo sviluppo e l’esercizio della cultura, ovvero i musei. Troviamo anzi grave definirla come “l’occasione di rafforzare la relazione di cura tra medico e paziente”, “troppo affascinante per non essere colta”, in quanto sminuisce le carenze sopracitate, ignorando la forte necessità di una risposta (umana e progettuale) che gli ambienti sia di cultura che di cura richiedono, da decenni, in Italia.”
Medici e professionisti dei beni culturali sottolineano, inoltre, come per portare avanti progetti di questo tipo si faccia ancora affidamento al volontariato sostitutivo, ovvero l’abuso del volontariato in sostituzione di posti di lavoro. In un momento poi come quello che stiamo vivendo ora, di enorme difficoltà, offrire un’occasione <<troppo affascinante>> invece che una soluzione reale diventa un insulto a chi, quotidianamente, lavora con paghe da fame dentro servizi, di cultura e di salute, sempre più precari, o cerca di accedervi.
Le associazioni sono sempre disponibili al confronto e alla costruzione di risposte efficaci, elaborate dal basso, per le comunità. Contro ogni sfruttamento.
Info e contatti
Flavio D. Utzeri 3478136798 (Mi Riconosci)
Alessandra Tolin 3498569925 (Chi si cura di te)
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