Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa di Mi Riconosci sull’incontro che abbiamo avuto assieme ad USB con la Direzione Regionale Musei Lombardia
USB e Mi Riconosci? incontrano la Direzione Regionale Musei Lombardia: una proposta per favorire il contratto di settore nei luoghi della cultura
Lunedì 27 febbraio una delegazione dell’USB e dell’associazione Mi Riconosci? è stata ricevuta dalla Direzione Regionale Musei della Lombardia del Ministero della Cultura. Un incontro conquistato “sul campo”, grazie al partecipato presidio sotto gli uffici regionali del 23 gennaio scorso.
Nel corso dell’incontro, USB e Mi Riconosci? hanno ribadito alla Direttrice Emanuela Daffra i motivi della mobilitazione: da tempo un settore di vitale importanza come quello dei Beni Culturali viene eroso da una privatizzazione costante e da un sistema di appalti che consegna ai lavoratori condizioni e retribuzioni indegne. “Esiste una vera e propria sacca di povertà determinata dal meccanismo degli appalti, che consente a società e cooperative di competere a ribasso sul costo del lavoro per aggiudicarsi la gestione dei servizi aggiuntivi di musei e istituti culturali, e di applicare ai lavoratori contratti poveri che non hanno nulla a che fare con il settore – come il Servizi Fiduciari o il Multiservizi” dichiara Flavio D. Utzeri, attivista di Mi Riconosci presente all’incontro.
Il quadro generale così delineato è accompagnato da una specifica vertenza di competenza della Direzione lombarda: questo inverno, infatti, l’appalto per i servizi di accoglienza e assistenza ai visitatori di 11 siti statali lombardi è stato assegnato, con un vergognoso ribasso superiore al 33%, a un’azienda che offre specificamente servizi di sorveglianza privata (Cosmopol) e che applica ai lavoratori il CCNL Servizi Fiduciari, un contratto indegno con paghe da fame che ai livelli inferiori arrivano a 4€ l’ora. “Eppure nel bando di gara” – si difende la Direzione Musei – “gli importi messi a gara avrebbero permesso l’applicazione di contratti ben più dignitosi.” In pratica però, le risorse pubbliche finiscono quasi tutte nelle tasche delle aziende, con conseguente profitto per queste ultime, lasciando la miseria agli operatori museali.
Per queste ragioni, la rivendicazione portata al tavolo da USB e Mi Riconosci? è stata quella di imporre vincoli e inserire regole nei bandi di gara che, fin quando buona parte del settore culturale continuerà ad essere esternalizzato, impongano alle aziende aggiudicatarie degli appalti l’adozione di contratti di lavoro congrui alle mansioni svolte e alle qualifiche professionali richieste, oltre che dignitosi in termini di retribuzioni e tutele. In particolare, chiediamo l’applicazione del CCNL Federculture quale contratto specifico di settore.
“Gli appalti sono la causa del problema e l’obiettivo finale è senz’altro l’internalizzazione di tutti i lavoratori dei Beni Culturali” – dichiara Enzo Miccoli di Usb – “ma in questo momento il percorso di lotta passa attraverso il Federculture quale orizzonte di emersione da una giungla contrattuale di lavoro sottopagato e sfruttato” – spiega.
La Direzione Museale ha ascoltato attentamente le osservazioni dei suoi interlocutori e ha richiesto di intraprendere un percorso che porti alla stesura e alla pubblicazione di capitolati d’appalto che contengano espressamente misure favorenti l’applicazione del Federculture (o perlomeno di pari condizioni economiche); un percorso che passi anche attraverso il coinvolgimento delle nostre organizzazioni. “La Direzione si è resa disponibile alla nostra proposta, pur sottolineando le forti difficoltà determinate dall’enorme pressione che arriva, in senso ovviamente contrario, dal fronte imprenditoriale” conclude Miccoli.
Una cosa è certa: il percorso di lotta di Mi Riconosci? e USB non si fermerà, e questo è stato compreso dalla controparte. Quanto stiamo portando avanti nel territorio lombardo non sarà un esperimento locale chiuso in sé stesso, ma il modello di lotta da estendere in tutti i luoghi di lavoro.
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