Le scriventi associazioni, cittadine e cittadini, scrivono all’Amministrazione di Padova in merito alla recente proposta di innalzare una statua alle vittime di femminicidio, per sopperire all’assenza di donne in Prato della Valle.
Tra dicembre 2021 e gennaio 2022, montò a Padova un enorme dibattito sull’assenza di donne tra le 78 statue che popolano il pantheon cittadino di Prato delle Valle, soprattutto dopo che i consiglieri comunali Margherita Colonnello e Simone Pillitteri proposero di riempire uno dei plinti vuoti con la statua di Elena Cornaro Piscopia. La vicenda esplose sui giornali nazionali e internazionali fino al New York Times. A febbraio 2022 il consiglio comunale approvò all’unanimità una mozione che impegnava l’amministrazione a realizzare una statua a una figura storica femminile, padovana, in Prato della Valle: Elena Cornaro appunto.
Dopo l’approvazione della mozione, la proposta cadde nel vuoto e seguì un lungo silenzio fino a martedì 5 dicembre, quando una commissione consiliare è stata convocata per chiedere chiarimenti sullo stato del progetto. L’assessore alla Cultura Andrea Colasio, rifacendosi alla storia del busto dedicato nel 1654 a Lucrezia Dondi dell’Orologio, vittima di femminicidio, ha paventato tra le righe l’idea di dedicare un monumento a una donna – o a più donne? – che ha – o hanno? – subito lo stesso destino, associando il memoriale seicentesco alla vicenda di Giulia Cecchettin. Nonostante la proposta non abbia trovato nessun consenso, il giorno seguente l’assessorato sui giornali rilanciava la stessa idea respinta in commissione, con esplicito riferimento al recente femminicidio.
Una soluzione che non va a scardinare i problemi culturali che ci racconta anche Prato della Valle: la supremazia maschile e la sistematica cancellazione delle donne dalla storia. Una statua a una vittima di femminicidio andrebbe infatti solo a rafforzare questa prospettiva maschilista: rappresentare la donna in quanto vittima, congelandola in questo ruolo con un monumento, non può infatti che confermare, rafforzare, celebrare la violenza e la mentalità che ha portato a questo ennesimo femminicidio. C’è un modo molto migliore per rendere onore a Giulia Cecchettin e ce lo ha già indicato la sua famiglia: promuovere un cambiamento culturale attraverso percorsi educativi mirati e trasversali. Ci sono tante grandi donne nella storia di Padova, pittrici, scrittrici, benefattrici, attrici, professoresse, figure politiche che meritano un ricordo pubblico ma che sono state rimosse dalla memoria collettiva.
I risultati del censimento dei monumenti femminili italiani realizzato dall’associazione Mi Riconosci? dimostrano che, senza un percorso di autocoscienza partecipato, condotto da associazioni e persone che si occupano dei temi che si vuole trattare, i monumenti commissionati dall’alto rischiano di risultare offensivi, stereotipati e svilenti delle categorie di persone che si vanno a rappresentare. Per soddisfare la richiesta di rappresentanza femminile sul suolo della nostra città, è necessario innanzitutto acquisire insieme la consapevolezza di cosa significhi dedicare un monumento e capire perché, sino ad ora, la città non abbia mai pensato ad una donna per farlo. Abbiamo bisogno di capire chi, dove e perché, di farlo insieme attraverso il coinvolgimento di tutti i cittadini e tutte le cittadine, dopo un’adeguata riflessione collettiva.
Diciamo no ad un ennesimo monumento alle donne in quanto vittime. Chiediamo all’amministrazione comunale di farsi promotrice di un processo partecipato con la cittadinanza, che porti a un prodotto artistico dignitoso, attraverso linguaggi contemporanei che parlano alla nostra comunità e diano finalmente visibilità all’intelligenza, alla creatività, all’impegno delle donne.
PRIMI FIRMATARI
Associazione Mi Riconosci?
Toponomastica Femminile
Arci Padova
Circolo Nadir
Spazio Catai
Gruppo di lavoro “Storie di sessualità e genere” – Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità, Università di Padova
Società Italiana delle Storiche
Rete dei Beni Comuni di Padova
Break the Silence Italia
Non Una di Meno – Padova
Come MetaArte, associazione Arte e cultura APS
Progetto Kore
ASU – Associazione Studenti Universitari Padova
Tutta la città insieme!
Altri firmatari:
Chiara Gallani, consigliera comunale di Padova, Coalizione Civica
Marta Nalin, consigliera comunale di Padova, Coalizione Civica
Alessandro Tognon, consigliere comunale di Padova, Partito Democratico
Nadia Filippini, Università Ca’ Foscari di Venezia
Stefano Collizzolli, regista
Marianna Bonelli, LibrOsteria
Lorenza Annoni
Chiara Artuso, corista
Marina Garbellotti
Giulia Civelli
Stefano Sartori
Alberto Morabito
Federica Fabiani
Chiara Pasquato, insegnante
Mariapina Rizzo
Sebastiano Rizzardi, Assemblea Nazionale PD
Donata di Lorenzo
Valeria Zagolin ex presidente Commissione Pari Opportunità Comune di Treviso
Barbara Lepri, archeologa
Manuela Todaro
Beatrice Piva
Giovanni Scalabrin
Marta Bruno
Lucia Mariuz
Pietro Malagoli
Isabelle Chabot
Valentina Catania
Giulio Gallani
Per aderire alla petizione, potete scrivere all’indirizzo email veneto.miriconosci@gmail.com
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