PARTE II: ALCUNE PROPOSTE, PROFESSIONE PER PROFESSIONE
È importante iniziare un dibattito aperto e costruttivo sulla necessità di una regolamentazione condivisa e chiara per l’accesso alle professioni dei beni culturali; allo stesso modo, è importante che questo dibattito coinvolga il legislatore, i professionisti che già lavorano nel pubblico e nel privato, ma anche i precari e coloro che aspirano a svolgere la professione nel prossimo futuro, ovvero i soggetti in formazione. In questo documento proporremo quelli che riteniamo essere dei requisiti e delle norme essenziali per l’accesso alle professioni legate ai Beni Culturali (quelle riconosciute dalla legge 110/2014, in questa parte, ma non solo) e che auspichiamo possano essere il punto di partenza per la creazione di un mercato del lavoro libero, ma chiaramente normato dal punto di vista delle competenze: senza alcuna pretesa di esaustività, facciamo queste proposte, in continuità con quanto fatto da alcune associazioni professionali nel passato perché siano discusse e aprano una riflessione collettiva.
Ci soffermeremo però anche sui vari percorsi formativi esistenti, analizzandone criticità e proponendo correttivi per il futuro, professione per professione.
In primis, come già detto, è necessario al più presto arrivare a una situazione in cui solo chi soddisfi i requisiti possa esercitare la professione e nessun altro, proprio come avviene con molte altre professioni.
Inoltre i requisiti per l’accesso alle professioni devono essere stilati dal MIBACT (Ministero dei Beni Culturali) dopo un ampio e produttivo confronto che coinvolga veramente tutte le associazioni e realtà di categoria, non ultima la componente dei soggetti in formazione, che si deve inserire nella discussione a pieno titolo quale attrice di un futuro in fieri.
A livello basilare, la nostra proposta prevede, per poter accedere agli elenchi nazionali e alla professione, il possesso di almeno un titolo di Laurea Magistrale nel settore disciplinare della professione che si intende svolgere. Tuttavia la realtà formativa delle varie professioni riconosciute dalla “Legge Madia” (110/2014) varia ampiamente: mentre in alcuni settori i professionisti sono di norma formati all’interno dell’Università, grazie a un numero e a una distribuzione territoriale soddisfacente dei corsi di Laurea Magistrale (si citi ad esempio LM-2/Archeologia o LM-89/Storia dell’Arte), in altri esistono Scuole di Formazione con lunga tradizione che, complementariamente alle Università, formano giovani professionisti, come le Scuole di Archivistica o di Restauro. Altro fattore da considerare è il basso numero di corsi di Laurea Magistrale presenti sul piano nazionale in alcuni settori, quali Antropologia (LM-1).
Per questo il nostro documento, dopo questa breve introduzione, si strutturerà con diversi paragrafi dedicati a ciascuna delle professioni elencate nella legge Madia, proponendo dei requisiti professionali e mettendo in luce le criticità che esistono nel percorso formativo dell’aspirante professionista, proponendo correttivi.
Segnaliamo infine che (per quanto ne sappiamo), l’unica proposta pubblica riguardo i requisiti da inserirsi nei decreti della legge 110/2014 è quella di Confassociazioni (http://www.confassociazioni.eu/proposta-legge-1102014/), che riguarda quasi tutte le professioni citate nella legge (mancano solo demoetnoantropologi, antropologi fisici e diagnosti): per scrivere questa sezione del nostro documento abbiamo letto e analizzato la proposta in questione, che è stata pubblicata online da oltre un anno.
NOTA BENE: ci concentreremo sui requisiti professionali per l’accesso alla professione di chi si sta formando o ha appena finito di formarsi nel sistema attuale: chi già svolge la professione da anni deve essere messo nella condizione di continuare a svolgerla, e sappiamo che il sistema è stato storicamente disomogeneo. Su questo aspetto non ci concentreremo. Inoltre, quando parleremo di mesi di esperienza professionale, ci riferiamo a settimane da 30 ore lavorative.
INDICE DELLA PARTE II:
II.V ANTROPOLOGO CULTURALE (DEMOETNOANTROPOLOGO)
II.VII ESPERTO DI DIAGNOSTICA E TECNOLOGIA APPLICATA AI BENI CULTURALI
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VERSO IL RICONOSCIMENTO – MI RICONOSCI? Sono un professionista dei beni culturali · 30/05/2016 at 18:02
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