1500 testimonianze raccolte. Il 63% guadagna meno di 10 mila euro l’anno.
Sconcerto, vergogna e rabbia. Queste sono le parole che descrivono il nostro stato d’animo quando abbiamo osservato i risultati della nostra inchiesta “Cultura, contratti e condizioni di lavoro”, chiusa il 30 settembre 2019 e che ha raccolto testimonianze di 1546 situazioni lavorative in giro per l’Italia.
Tutti i risultati saranno presentati e analizzati in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati il mercoledì 30 ottobre, alla presenza di politici e istituzioni, e poi portati in giro per l’Italia con una serie di incontri pubblici.
Nei giorni che ci porteranno alla presentazione dei dati vogliamo però condividere con voi alcune anticipazioni e analisi preliminari, alcuni dati. E il primo è quello che avete letto nel titolo: nella metà dei casi, il lavoratore guadagna meno di 8 euro l’ora. Badate che si tratta molto spesso di lavoratori specializzati: tre quarti di coloro che hanno risposto al nostro questionario hanno una laurea magistrale o un titolo superiore. Non solo: l’11,5% dichiara di guadagnare meno di 4 euro l’ora, una cifra che parla da sola.
Unendo queste percentuali al fatto che molti degli operatori nel settore culturale sono sottoccupati (lavorano molto meno delle normali 8 ore giornaliere), e non per scelta, si ottiene la percentuale, forse ancor più preoccupante, del 63% dei lavoratori che dichiarano di guadagnare meno di 10 mila euro l’anno. Ovvero, per molte aree d’Italia, un reddito che si colloca sotto la soglia di povertà assoluta. Tra chi ha risposto al nostro questionario, meno del 20% guadagna più di 15 mila euro l’anno (e si badi che il grosso degli intervistati sono adulti over 30), mentre il 38% guadagna addirittura meno di 5 mila euro annui. Il fatto che molte di queste persone vivano con ogni probabilità sostenute dalla famiglia di origine non può in nessun modo essere vista come una scusa per ridurre la portata del dato: ciò è parte dell’emergenza sociale che la politica deve affrontare.
Il settore culturale si fonda su questi redditi, su questi contratti, su questi lavoratori specializzati costretti a vivere, per precise scelte politiche, sotto la soglia di povertà.
Invitiamo tutti i cittadini, i giornali e la politica a seguire i risultati della nostra inchiesta, che verranno man mano pubblicati: quello che abbiamo rivelato oggi è solo uno dei tanti risultati scioccanti e, forse, anche quello maggiormente pronosticabile.
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Coronavirus e Musei: professionisti del settore in ginocchio | La voce · 16/03/2020 at 23:21
[…] dati più sconcertati ha rilevato stipendi da fame, sotto la soglia di povertà. Nel nostro Paese 8 lavoratori della cultura su 10 guadagnano meno di 15mila euro l’anno, la metà degli intervistati guadagna meno di 8 euro l’ora. Soprattutto chi visita i musei poco o […]