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In seguito alle lotte di lavoratori e attivisti, il Comune di Napoli strappa ai privati, macchiatisi di sfruttamento del lavoro nero, la gestione di uno dei più importanti attrattori turistici della città. Inizia una complessa transizione verso una gestione totalmente pubblica.

Era nell’aria ed è accaduto: come confermato ieri a una delegazione di attivisti dell’ex Opg e di lavoratori del sito, il Comune di Napoli non rinnoverà la concessione del sito di Napoli Sotterranea alla “ONLUS” omonima che per anni l’ha gestito, pagando un canone annuo ridicolo al Comune, e sfruttando in nero lavoratori inquadrati come volontari.

Una vittoria straordinaria, contro un potere che sembrava inattaccabile, come tanti altri ce ne sono in tante altre città d’Italia. Una vittoria possibile solo grazie all’impegno della Camera Popolare del Lavoro di Napoli e dell’ex Opg occupato – Je sò pazzo, e allo straordinario coraggio dei lavoratori che hanno deciso di denunciare la propria situazione di sfruttamento.

Si è tolta la gestione di un attrattore turistico straordinario a un imprenditore, Vincenzo Albertini (ricordiamolo, presidente di una ONLUS), che basava la sua formula vincente su sfruttamento del lavoro e connivenze, contro l’interesse pubblico; si sono tutelati i posti di lavoro, che il Comune ha promesso di riassorbire tutelando l’occupazione.

Ora finalmente può iniziare un complesso processo di transizione verso la gestione pubblica. Una gestione che, in opposizione a quella di Albertini, deve essere basata su lavoro di qualità e competenza. E su questi ultimi due punti non potremo transigere: il Comune di Napoli darà in gestione temporanea il sito a Napoli Servizi, società partecipata che si occupa un po’ di tutto, e non sempre al meglio. Come affermato ieri dallo stesso assessore Alessandra Clemente, Napoli Servizi non è ad oggi dotata delle adeguate risorse umane e competenze professionali per far fronte alla gestione ottimale di un bene culturale tanto ricco e complesso: l’obiettivo è dunque assumerle rapidamente. Chi e come assumere sarà al centro del prossimo incontro tra gli attivisti e l’amministrazione, previsto per il 25 febbraio, come ci hanno spiegato i militanti della Camera Popolare del Lavoro di Napoli. I bandi dovranno dunque porre le condizioni per il passaggio il più veloce possibile a una gestione completamente pubblica, basata su tutela del lavoro e altissima competenza professionale. 

Noi, insieme ai lavoratori di Napoli Sotterranea, all’ex Opg e a tutti i professionisti dei beni culturali di Napoli e non solo, vigileremo e daremo il nostro contributo perché la transizione, per quanto complessa, sia rapida e di qualità, nell’interesse primario della città e dei cittadini.

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