E a leggere i commenti, è proprio questo “come ogni anno” che non risulta essere più accettabile, specialmente nella difficile realtà post-Covid. Mentre il turismo collassa e, ancor più di prima, moltissimi professionisti e lavoratori del patrimonio culturale si trovano in grandissime difficoltà economiche, il Fondo Ambiente Italiano (anch’esso in calo rispetto all’anno scorso, ma pur sempre con decine di milioni di euro di fondi raccolti ogni anno) propone quattro giornate d’autunno al posto delle solite due. E per riuscirci, data l’assenza, causa emergenza sanitaria, di molti studenti in alternanza scuola-lavoro e di diversi pensionati volontari, richiede nuovi volontari. Tutto normale, o meglio no, non più, a giudicare dalle reazioni dell’utenza: situazioni straordinarie richiedono un coraggio straordinario. Ed è quello che la piazza social sta chiedendo al FAI. Abbandonare un modello basato sul volontariato per passare a un modello basato sull’impiego di lavoro degnamente retribuito. La dirigenza della Fondazione prenderà atto del cambiamento? A giudicare dalla rimozione senza spiegazioni, parrebbe di no, e sarebbe un grossolano errore.
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