Dunque puntualmente ALES assume persone nuove, licenziabili di fatto ogni volta che lo si desidera tramite il trucchetto delle varie proroghe, alcune delle quali sono dei veri e propri singhiozzi di pochi giorni alla volta. Pur capendo l’intento nobile del Decreto Dignità, trovo assurdo che questo venga strumentalizzato così da una società a partecipazione pubblica, negando di fatto ai lavoratori un minimo di tranquillità e continuità lavorativa. Senza contare che moltissimi colleghi ed io siamo stati liquidati senza aver raggiunto il massimo di 6 proroghe previste dal decreto stesso; abusato e strumentalizzato in questo modo, il Decreto Dignità diviene strumento per giustificare certi comportamenti, facendo solo nascere nuove forme di precariato. ALES, come probabilmente molte altre aziende, ha solo trovato un nuovo modo di sbarazzarsi dei suoi dipendenti “indiretti” usando le agenzie come scudi. Da notare, inoltre, come le proroghe a singhiozzo abbiano contribuito alla diffusione di un clima di paura, incertezza, timore di vedersi “non prorogati” alla minima mancanza o presunta tale: alcuni colleghi si sono visti negare il rinnovo in seguito a rimproveri verbali per le motivazioni più fantasiose da parte di personaggi di peso sul luogo di lavoro (appartenenti al settore pubblico). In poche parole, anche se sei un lavoratore impeccabile non puoi mai star tranquillo perché la tua proroga è di soli 13 giorni, poi dopo… chissà!
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