Inaugura in città l’ennesimo monumento dedicato alle forze armate, in un paese che secondo la Costituzione ripudia la guerra
Sabato 25 maggio, in barba alle contestazioni interne alla giunta, il Comune di Padova inaugura il suo monumento all’Alpino. La richiesta della collocazione di un monumento dedicato agli alpini risale al 2020, in occasione del centenario sezionale. L’operazione venne allora caldeggiata dal consigliere del PD Nereo Tiso, alpino, e accolta con favore dal sindaco Giordani. Costata 52.000 euro, la statua dello scultore padovano Ettore Greco viene collocata nel parco di recente realizzazione: un biglietto da visita del Comune per aggiudicarsi l’adunata del 2028.
Le critiche alle operazioni si sono sollevate per ragioni diverse e da più parti, anche da due assessore venute a conoscenza della sua collocazione solo a conclusione dell’iter burocratico – in capo al Gabinetto del Sindaco – e della sua realizzazione. L’aspetto che ha fatto più discutere è la scelta di rappresentare l’alpino armato di moschetto, in un periodo storico in cui le notizie dalle zone di guerra scandiscono la nostra quotidianità. Un’altra questione ha scatenato dibattito, anche all’interno della giunta stessa: il luogo scelto per installare la statua è un parco con area attrezzata per bambini. È bene inoltre ricordare che a Padova un parco dedicato agli alpini c’è, ma probabilmente la sua posizione defilata non è stata ritenuta sufficientemente appetibile per collocarvi la statua.
Anche se le proteste sono state ignorate, è positivo che si sia instaurato un dibattito in città proprio intorno a questi aspetti che riteniamo di grande importanza. Padova del resto è, insieme a Milano, la città italiana in cui si è più discusso di statue pubbliche negli ultimi anni. Ricordiamo la grande ribalta mediatica che ha avuto a inizio 2022 la proposta di collocare su uno dei plinti vuoti in Prato della Valle una statua dedicata ad una donna. Nessun progetto è andato finora in porto, per fortuna neanche la recente sparata del sindaco, che proponeva una statua sul femminicidio in seguito a quello di Giulia Cecchettin, contro la quale ci siamo sentite in dovere di lanciare una petizione. Questi dibattiti hanno certo contribuito a una maggiore consapevolezza su monumenti e spazio pubblico, fino a arrivare a questioni su cui si discute ancora troppo poco ma che si fanno pressanti e riguardano tutte e tutti: la militarizzazione dello spazio pubblico, anche attraverso la rappresentazione delle forze armate e della guerra nei monumenti.
La proposta di una statua dedicata al corpo degli alpini a Padova non ha infatti niente che ci stupisca: di statue alle forze armate ne vengono inaugurate in continuazione e quelle agli alpini sono particolarmente frequenti. Risultava già evidente dalla nostra indagine di un anno fa, Inaugurazioni e proteste. Un anno di monumenti nello spazio pubblico. In questa indagine consideravamo tutti i monumenti e statue inaugurati nel corso di 12 mesi, tra 1 maggio 2022 al 30 aprile 2023, e potevamo valutare che circa un terzo di essi era dedicato alle forze armate. Parliamo di ben 58 nuove opere su suolo pubblico sulle 187 totali. Dall’indagine risultava evidente anche che l’Associazione Nazionale Alpini (ANA) è l’associazione combattentistica d’arma che più investe nella propria rappresentazione sullo spazio pubblico: dei 58 monumenti alle forze armate ne contavamo ben 17 sponsorizzati dagli Alpini, di cui 12 rappresentanti esclusivamente l’arma o suoi membri specifici. Nei 12 mesi successivi, quindi dal primo maggio 2023 a oggi, sappiamo che sono stati inaugurati almeno altri 13 monumenti che la rappresentano. Lo si può verificare dall’elenco in calce a questo articolo. Sono opere in genere pagate dalle sezioni locali dell’ANA, che comprende appartenenti o ex appartenenti all’arma. Quasi sempre vengono innalzate per celebrare anniversari, anche della presenza sul territorio. In linea con questa impostazione sono state frequenti anche solenni inaugurazioni di monumenti più antichi in occasione di anniversari o restauri.
Per renderci conto di quanto sia capillare la diffusione di monumenti agli alpini abbiamo considerato le sezioni dell’ANA presenti nella regione Veneto, tra quelle che ne hanno un numero maggiore (15 come la regione Lombardia, mentre il Piemonte ne ha 19). Quasi tutte le sezioni venete hanno un monumento nel comune che le intitola (impossibile contare quelli di tutti i comuni che rientrano in ogni sezione). Dunque, escludendo i cimiteri, hanno opere dedicate nello spazio pubblico le sezioni di Belluno, Cadore, Conegliano (che ha una gradinata e un museo dedicato), Feltre, Monte Grappa – Bassano del Grappa (Bassano oltre al Ponte degli Alpini ha anche un museo dedicato), Treviso, Valdagno, Valdobbiadene, Verona, Vicenza – Monte Pasubio e Vittorio Veneto. Mancano all’appello solo Marostica, Venezia, Asiago, dove però ne verrà inaugurato uno a luglio, e, fino a oggi, mancava Padova. Quanto sia vivace l’attività di autorappresentazione degli Alpini in Veneto è dimostrato anche dai monumenti che sono stati inaugurati negli ultimi 24 mesi, ben 6: quello citato di Vicenza, uno a Pieve di Cadore, e quattro in provincia di Treviso, a Asolo, Pieve di Soligo, Monastier e Mogliano Veneto.
Già in un articolo di novembre 2022 pubblicato su Jacobin rilevavamo una vera e propria tendenza a marcare il territorio da parte delle associazioni combattentistiche d’arma. A distanza di un anno e mezzo possiamo confermare con più dati che si tratta di operazioni calate dall’alto, senza alcun coinvolgimento delle persone che vivono gli spazi in cui queste opere resteranno, che si ritrovano ad assistere alle inaugurazioni con marce e fanfare, in cui qualche volta sono invitate a partecipare alcune scolaresche. Anche da questo punto di vista Padova non fa eccezione: il parco in cui si è deciso di collocare la statua si trova tra la stazione e i Giardini dell’Arena, un quartiere multietnico oggetto di nuovi interventi urbanistici, una zona che non ha alcun legame con l’arma e i cui abitanti non sono minimamente coinvolti nei processi decisionali che portano all’erezione dei monumenti, tanto meno hanno la possibilità di riconoscersi nei messaggi che trasmettono, nonostante siano loro a vivere e attraversare quegli spazi.
I nuovi monumenti e sculture agli alpini, ma anche più in generale alle forze armate, non sono quasi mai gradevoli, né migliorano in alcun modo la fruizione dello spazio pubblico da parte di chi lo vive. Si tratta infatti di opere in genere molto ingombranti: talvolta sono cippi semplici, sia in pietra grezza che lavorata nella classica forma piramidale, talvolta sono sagome in corten di alpini, cappelli o globi, più raramente sono sculture tridimensionali di pietra o bronzo che rappresentano aquile o alpini, come nel caso padovano. A proposito del loro impatto estetico è nota la polemica di pochi mesi fa riguardo al monumento posto di fronte alla stazione di Vicenza Penna con il Mondo, criticato proprio perché estremamente ingombrante, mal inserito nel contesto architettonico e mal riuscito a livello artistico. Non si tratta di un’eccezione, sebbene nella maggioranza dei casi intorno queste opere non si creino dibattiti.
Il caso padovano presenta anche un problema squisitamente iconografico: l’alpino ha un fucile. Dettaglio che ha creato già un certo dibattito perché, anche se appoggiato a terra, è comunque un’arma pensata per uccidere e militarizza in maniera molto esplicita lo spazio pubblico del nostro paese che, stando all’articolo 11 della Costituzione, ripudia la guerra. Nei monumenti pubblici dedicati agli alpini la presenza delle armi negli ultimi anni è meno presente, ma ricorre spesso in opere più datate. In monumenti recenti non sono comunque mancati aspetti iconografici controversi: quello inaugurato a Rimini nel 2022, per esempio, dove una delle sagome di alpino realizzate in acciaio è accompagnata da un dromedario e una palma perché, stando al comunicato dell’ANA “il primo impiego in missione degli alpini fu tra le dune africane”. Il riferimento è dunque la guerra coloniale in Etiopia, una pagina della storia italiana con cui evidentemente non abbiamo ancora fatto i conti, che non merita di certo una celebrazione pubblica, ma una riflessione critica collettiva. Questo aspetto del monumento riminese non ha suscitato proteste di cui siamo a conoscenza, ma è un tema su cui è necessario focalizzare l’attenzione oggi. Sul militarismo nello spazio pubblico si è espresso con una lettera aperta il Movimento Nonviolento di Modena davanti al Monumento ai carristi caduti inaugurato nel 2022 davanti a una scuola media, ponendosi questioni che condividiamo in pieno: “E che messaggio vogliamo dare ai giovani (…) che ogni mattina passano davanti al monumento che raffigura un carro armato? ne giustifica l’uso? coltiva l’idea che morire in guerra è un servizio dovuto alla patria?”. Queste rappresentazioni reiterano un modello di mascolinità legato all’aggressività e alla violenza, offerto ai ragazzi come ineluttabile e giusto destino del maschio. Il tema del coinvolgimento e della trasmissione dei loro valori alle nuove generazioni è centrale nei corpi d’arma e si riflette anche in alcuni monumenti, come quello di Torri del Benaco in provincia di Verona oppure a Piavon, nel trevigiano, dove insieme all’alpino vengono raffigurate delle bambine, innocenti e indifese creature da proteggere ed educare.
Soprattutto in anni più recenti i monumenti dedicati agli alpini portano con sé la volontà di rappresentare valori come la pace e la solidarietà, il sacrificio di sé per l’altro senza chiedere nulla in cambio. Ma basta attraversare le strade di paesi e città per vedere che ciò che ottengono è invece un protagonismo assoluto nell’occupazione dello spazio pubblico, una celebrazione capillare, battente e imperitura che non ha alcun paragone con altre categorie professionali che si mettono a disposizione della comunità.
La decisione da parte del Comune di Padova di collocare la statua dell’alpino nel parco Tito Livio si configura come un’occasione persa per instaurare un dialogo con gli abitanti che ancora fanno fatica a partecipare attivamente alla vita pubblica della città. La stessa titolazione del parco -che nonostante il bombardamento mediatico non è ancora ufficiale- è una scelta miope: lo storico patavino viene già ricordato in ogni angolo della città tra monumenti, università, scuole, toponomastica e anche attività private. Sarebbe opportuno trovare una titolazione che tenga conto della popolazione che abita nelle vicinanze, delle esigenze di rappresentatività dei cittadini e delle cittadine. Il sindaco di Padova ha regalato all’A.N.A un’ottima visibilità ma allo stesso tempo sottratto alla cittadinanza la possibilità di creare un nuovo spazio di condivisione, che valorizzi le diversità e porti integrazione e coesione sociale.
ELENCO DELLE NUOVE OPERE DEDICATE AGLI ALPINI INAUGURATE DA MAGGIO 2022 A MAGGIO 2024
15 maggio 2022 Monumento all’alpino, Avigliana (TO)
18 giugno 2022 Monumento agli alpini, San Giovanni Bianco (BG)
3 luglio 2022 Monumento agli alpini e al beato don Carlo Gnocchi, Castano Primo (MI)
24 luglio 2022 Monumento agli alpini, intitolato al capitano Mario Giordano, Villa Santa Maria (CH)
28 agosto 2022 Solidarietà degli alpini, Pieve di Cadore (BL)
30 ottobre 2022 Monumento agli alpini, Pesaro
18 settembre 2022 Monumento agli alpini, Marano Ticino (NO)
9 ottobre 2022 Monumento all’alpino, Bioglio (BI)
4 novembre 2022 Monumento agli alpini “Penna con il mondo”, Vicenza
3 dicembre 2022 Monumento agli alpini, Rimini
8 dicembre 2022 Monumento agli alpini, Vercelli
26 marzo 2023 Monumento alla Prima Compagnia Alpini, Borgo San Dalmazzo (CN)
26 maggio 2023 Monumento agli alpini del Morbego, Almese (TO)
4 giugno 2023 Monumento agli alpini, Santo Stefano Belbo (CN) (collocato durante la pandemia)
24 giugno 2023 Monumento agli Alpini, Asolo (TV)
25 giugno 2023 Monumento al generale Girolamo Busolli per i 60 anni della ricostituzione del Gruppo Alpini, Pieve di Soligo (TV)
14 agosto 2023 Monumento ai caduti alpini in Russia, Crognaleto (TE)
5 settembre 2023 Monumento degli alpini deceduti in difesa dell’Italia, Magliano de’ Marsi (AQ)
10 settembre 2023 Cippo degli alpini, Monastier (TV)
17 settembre 2023 Monumento all’alpino, Alessandria
24 settembre 2023 ”Per non dimenticare” per i cento anni degli alpini di Sera e San Gallo, Botticino (BS)
25 settembre 2023 “Alpini una volta, Alpini per sempre”, Rivanazzano Terme (PV)
1 ottobre 2023 Monumento agli alpini, Treviglio (BG)
21 gennaio 2024 “Omaggio alle Penne Nere nel Mondo”, Mogliano Veneto (TV)
13 aprile 2024 Monumento agli alpini “Tasi e tira”, Seregno (MB)
* Non siamo a conoscenza di elenchi ufficiali pubblicati dall’Associazione Nazionale Alpini o altri enti. Abbiamo ricavato queste informazioni impostando su Google Alert l’invio di notifiche per le chiavi «inaugurazione della statua», «inaugurazione del monumento», «inaugurata la statua» e «inaugurato il monumento». Sono inclusi anche massi di pietra, grosse targhe e cippi definiti «monumento» da articoli e comunicati stampa. Abbiamo considerato le opere su spazio pubblico accessibile a tutti, escludendo quelle in cimiteri, cortili di caserme, ospedali e scuole.
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