Da ormai due anni la Biblioteca Nazionale di Bari soffre di una grave carenza di personale che le ha impedito la riattivazione, al termine del primo lockdown, della totalità dei servizi offerti all’utenza. Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali denuncia una situazione non più tollerabile e chiede risposte certe e concrete.

Già nel Novembre 2019 l’allora direttrice Eugenia Scagliarini denunciava la grave carenza di personale che affliggeva la Biblioteca Nazionale di Bari, annunciando l’impossibilità di garantire i servizi di prestito e distribuzione dei volumi. I pensionamenti del personale in servizio e le mancate assunzioni non hanno permesso di risolvere il problema, riemerso con forza alla riapertura al pubblico dopo la chiusura dovuta alle misure di contenimento dell’epidemia. A Giugno 2020 la Biblioteca annunciava le modalità “per la riapertura graduale dei servizi al pubblico“, comunicando la riattivazione del servizio di prestito locale ma non quello di consultazione in sala. Da allora, dopo più di un anno e mezzo, nulla è cambiato.

«Queste limitazioni – spiega Michele Colaianni, attivista di Mi Riconosci?stanno arrecando un grave danno, soprattutto a studiosi e a ricercatori che, non potendo consultare in sede volumi e manoscritti conservati in biblioteca, vedono dilatarsi enormemente i tempi di lavoro. Non solo, l’intera comunità è privata di un servizio essenziale, quale dovrebbe essere una biblioteca».

Non siamo un sindacato ma negli anni siamo diventati il principale riferimento per le lavoratrici ed i lavoratori del settore culturale, arrivando ad avere ampio seguito sui social (circa 40.000 follower) e creando ramificazioni a livello nazionale con attivisti in tutte le regioni.

Il personale in servizio il 1 Agosto 2021 ammontava a sole dieci unità, a fronte di una prevista dotazione organica di trentasei  unità. Come già segnalato da Mi Riconosci?, la carenza di personale rappresenta un problema che affligge tante biblioteche italiane, causandone la riduzione dei servizi e, in alcuni casi, anche la definitiva chiusura. I dati raccolti dall’Istat su 7.425 biblioteche italiane (la prima analisi di questo genere ad essere effettuata, che comprende tutte le biblioteche tranne quelle universitarie e scolastiche) ci informano che nel 2019 solo il 9% delle biblioteche è riuscito a restare aperto  per più di quaranta  ore settimanali, mentre quasi il 65% apriva per meno di trenta ore settimanali. La situazione con l’inizio del lockdown ha subito un’ulteriore flessione in negativo.
Quanto sta accadendo alla Biblioteca Nazionale di Bari non è più accettabile e chiediamo che si provveda quanto prima all’assunzione di nuovo personale per garantire nuovamente tutti i servizi al pubblico.


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