La Biblioteca Nazionale di Napoli verso un trasferimento di sede: lettori, lavoratori, studiosi, volontari e visitatori sono contrari al progetto.

La scorsa estate il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha reso pubblica l’idea di utilizzare un finanziamento di 100 milioni di euro proveniente dal PNRR per trasferire la Biblioteca Nazionale di Napoli dall’attuale sede di Palazzo Reale, in Piazza del Plebiscito, al Real Albergo dei Poveri, in Piazza Carlo III. Da allora l’amministrazione comunale ha fatto alcuni primi passi per avviare il progetto. L’idea non è nuova, anzi era stata già proposta in passato, ma nuova è la presenza di fondi disponibili (anche se insufficienti) per realizzarla.

Il trasferimento avverrebbe, secondo le intenzioni di Franceschini e di Mario Epifani, direttore del museo di Palazzo Reale, per aumentare la superficie del museo e per rilanciare l’area della nuova sede. In realtà, il Museo di Palazzo Reale possiede già ampi spazi espositivi e lo stesso Epifani ha ammesso che lo spostamento “sarebbe utile per avere più spazi a servizio dei grandi eventi che ospitiamo e che oggi realizziamo negli spazi museali“: insomma, liberando Palazzo Reale della biblioteca, si ricaverebbe più spazio per grandi eventi.

Lavoratori, studiosi e numerose persone che gravitano attorno alla Biblioteca Nazionale di Napoli si sono unite per fronteggiare questo trasloco che ha numerose ragioni per essere immotivato. Oltre al fatto, già sottolineato, che il museo di Palazzo Reale predispone già di sufficienti spazi espositivi, la biblioteca offre con continuità la possibilità di partecipare a visite guidate o di visitare esposizioni e mostre gratuite. Inoltre, la Biblioteca Nazionale di Napoli è principalmente una biblioteca di conservazione, con esigenze di tutela fondamentali: possiede circa 2 milioni di volumi, tra cui circa 5.000 incunaboli, 40.000 cinquecentine e 30 mila manoscritti, tra cui l’intero corpus autografo delle opere di Giacomo Leopardi, i testi autografi di San Tommaso d’Aquino, Giambattista Vico, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Giuseppe Ungaretti, Francesco De Sanctis, Benedetto Croce e tanti altri. Un trasloco come quello previsto sarebbe quindi un lavoro immane che metterebbe in serio pericolo questo patrimonio eccezionale di cui, proprio a causa del trasloco, non si potrebbe fruire per anni, con la conseguente sospensione di progetti di studio, catalogazione e collaborazione.

Queste sono solo alcune delle motivazioni che rendono lo spostamento della biblioteca inappropriato. Eppure, quello del trasferimento delle sedi non è una pratica isolata: lo stesso succederà alla Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte, a Roma, che oggi ha sede a Palazzo Venezia, e che entro il 2024 verrà trasferita a Palazzo San Felice, nel complesso del Quirinale. Anche in questo caso, la biblioteca possiede un vastissimo assortimento di incunaboli, cinquecentine, seicentine, incisioni e fotografie, materiale quindi che non viene maneggiato quotidianamente e che ha bisogno di particolari attenzioni. La biblioteca, nelle intenzioni, “non sarà più soltanto un luogo per studiosi ma diverrà un luogo aperto per eventi e incontri, oltre che di studio e di ricerca”: notate qualche somiglianza?

Per quanto riguarda il Real Albergo dei Poveri, certamente è necessaria una sua riqualificazione, e l’idea di una biblioteca è sicuramente ottima: ma una biblioteca moderna, ricca di narrativa contemporanea, con sale studio e lettura, con orari di apertura prolungati, fornita e aperta verso il quartiere come le grandi e moderne biblioteche europee. Non avrebbe senso invece, spostare una biblioteca conservativa, poco fornita di materiale moderno e dedicata per lo più a ricercatori e studiosi che provengono dai luoghi più disparati. Piazza Carlo III necessita tremendamente di una grande biblioteca di quartiere, con politiche di apertura che creino spazi di socialità e mirino ad avvicinare i giovani alla lettura: la Biblioteca Nazionale, lì, sarebbe invece fuori luogo.

In questi ultimi giorni, mentre cresce il dibattito sul tema, sia a livello locale che nazionale, anche CISL FP, CGIL e UIL si sono schierate contro il trasferimento della Biblioteca Nazionale. Proprio mentre le mire di Franceschini nei confronti di Palazzo Reale diventano sempre più chiare: a partire dal 13 giugno, il Palazzo verrà infatti chiuso per nove giorni, per ospitare la Conferenza dei Ministri della Cultura della regione Euro. Possibile che si tratti di una casualità se, in tutta Napoli e in tutta Italia, non si è trovato un altro luogo idoneo ad ospitarla? Pare chiaro che, dietro questa scelta, ci sia il tentativo di Franceschini di dimostrare come sia assolutamente necessario spostare la Biblioteca Nazionale altrove, per ospitare lì eventi di levatura internazionale (o eventi e basta). Per questo motivo, noi di Mi Riconosci, assieme ad altre associazioni della città, saremo in presidio presso Palazzo Reale il 16 giugno alle ore 18, giorno dell’arrivo di Franceschini alla Conferenza.

La politica italiana appare sempre più orientata a compiere delle distinzioni tra beni culturali che economicamente producono delle entrate e beni culturali che più difficilmente si prestano ad essere “monetizzati”, come le biblioteche e gli archivi. Ciò avviene a fronte di sempre più carenti risorse impiegate in questi luoghi e a discapito della cittadinanza. Ma per chi sono le biblioteche pubbliche? Per tutta la cittadinanza o per un’élite che intende sposarsi a Palazzo Reale?


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