La prova scritta del concorso MiBACT programmata per il 19 marzo a Roma non è stata ancora rinviata, nonostante migliaia di persone in arrivo da tutta Italia.
Il 19 marzo oltre 7 mila persone provenienti da tutta Italia sono attese alla Fiera di Roma per la prova scritta del concorso MiBACT per 1052 Assistenti alla Fruizione, Accoglienza e Vigilanza. Una convocazione celere, a solo un mese dalla pubblicazione dei risultati delle preselettive: la pagina facebook di FormezPA, la società in house della Presidenza del Consiglio che organizza questo concorso, l’aveva annunciata utilizzando la foto di un assembramento di centinaia di persone alla Fiera di Roma. Inutile dire che all’esplosione dell’emergenza COVID-19, tra venerdì 22 e sabato 23 febbraio, quando la sindaca di Roma vietava tutti i concorsi pubblici per una settimana in via precauzionale, si dava per scontato che anche la prova del MiBACT, dato l’alto numero di persone da tutta Italia concentrate in un solo luogo, sarebbe stata rinviata: non si ravvisava alcuna urgenza di tenerla proprio il 19 marzo in un momento così delicato per il Paese.
Ma da allora sono passati dieci giorni e di rinvio ancora non si ha, curiosamente, traccia: anzi, a diversi candidati è arrivata conferma, nella giornata del 2 marzo, che il concorso si farà come programmato. Il che ha creato confusione e rabbia. Possibile? Difficile crederlo. Le linee guida diramate dal Ministero della Pubblica Amministrazione, che indicano come si dovranno tenere i concorsi pubblici in queste settimane, chiedono tra le altre cose di autocertificare di non essere entrati in contatto con persone potenzialmente contagiate, di tracciare la residenza dei candidati stessi, e di mantenere la distanza di sicurezza di un metro tra le persone, non solo durante la prova ma anche durante le fasi di accesso. Chiunque abbia svolto un concorso organizzato da Formez PA sa bene che la distanza di sicurezza è ben difficile da mantenere, e chiunque abbia un po’ di buon senso sa bene che l’autocertificazione vale davvero poco: chi può essere certo, in queste settimane, di non essere entrato in contatto con persone potenzialmente contagiate? Si badi infatti che gli esperti suggeriscono che il picco di diffusione del virus in Italia potrebbe arrivare proprio nelle prossime settimane. Nulla di cui allarmarsi, ma certo da attenzionare.
Mantenere la prova il 19 marzo spingerebbe diversi candidati, ad esempio quelli immunodepressi, a disertare la prova, costringerebbe altri candidati a dichiarare il falso pur di non perdere l’occasione, sfavorirebbe la partecipazione da certe aree d’Italia e creerebbe un rischio, molto limitato, ma certamente inutile e superfluo, di ulteriore diffusione della malattia. Per questo siamo certi che Formez PA finirà per rimandare anche questo concorso, come già fatto con le prove orali del concorso per il Ministero degli Esteri (dal 10 marzo): sono infatti molti i concorsi pubblici preventivamente rinviati per precauzione, anche nella parte finale di marzo.
Resta da chiedersi però il perchè di tutta questa insistenza nel mantenere la data del 19 marzo nonostante l’evidente opportunità di un rinvio. Miopia? Risparmio? O che altro? Dopo aver organizzato delle prove preselettive disertate da ben il 75% dei candidati iscritti, producendo una corposa selezione su base geografico-economica, vedere che a due settimane dalla prova scritta ancora si valuti come plausibile il fatto di confermare data e luogo, pur consci del fatto che porterebbe all’esclusione di centinaia o migliaia di candidati, pur consci che un rinvio all’ultimo momento peserà inutilmente sulle tasche dei candidati, porta ancora una volta a chiederci: quali sono le priorità di Formez PA? Organizzare concorsi giusti ed equi o che altro?
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