“Nonostante un evento come l’Eurovision porti a Torino un indotto di milioni di euro, si sceglie ancora una volta di tagliare il costo del lavoro attaccandosi alla retorica dell’ “amore per la propria città“; peccato che questa dedizione la potrà esprimere solo chi può permettersi di mettere a disposizione le proprie competenze senza essere retribuito” spiegano le attiviste di Mi Riconosci, che si oppongono fermamente all’impiego di volontari negli eventi con importante rilievo economico, soprattutto in una città dove trovare lavoro è diventato sempre più difficile. “Ci chiediamo come sia possibile che un’amministrazione come quella torinese, che avrebbe potuto e dovuto imparare dai grandi eventi che ha organizzato nella scorsa decade, cerchi ancora di fare affidamento sul lavoro gratuito”, dichiara Flavio D. Utzeri, archeologo ed attivista dell’associazione, “non sono bastati i disastrosi risultati passati? Non bastano i numeri della disoccupazione giovanile in costante e vertiginosa crescita dal 2004?”
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