Pubblichiamo il comunicato stampa di Mi Riconosci che si oppone all’impiego di 600 volontari per la realizzazione dell’Eurovision 2022

Per supportare l’organizzazione e lo svolgimento delle attività legate all’Eurovision Song Contest 2022, il Comune di Torino ha reclutato ben 600 volontari, che presteranno servizio gratuitamente per la preparazione e lo svolgimento del grande evento, dal 1 aprile al 20 maggio. L’associazione Mi Riconosci, che dal 2015 si batte per la dignità del lavoro culturale criticando il lavoro gratuito e sfruttato, si unisce alle voci che si oppongono a questa misura.

Circa dodicimila le candidature pervenute, un numero tutto sommato piuttosto basso se si considera che il bando era aperto a cittadini di tutta Europa. Per i volontari non è previsto alcun rimborso spese e chi non è residente in città dovrà pagarsi vitto e alloggio. Ai seicento, o forse più, giovani si chiede la disponibilità a lavorare gratuitamente e su turni di sei o sette ore (o vagamente “tutto il giorno”), svolgere attività di accoglienza, gestione flussi, informazioni, segreteria e sorveglianza. La conoscenza della lingua inglese è requisito preferenziale. I consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle Andrea Russi e Valentina Sganga si sono detti contrari all’impiego di volontari e hanno proposto di riconoscere un rimborso spese e la redazione di un codice etico che ponga nero su bianco le mansioni di volontari e dei lavoratori, ma per ora nessun passo indietro sul bando.

“Nonostante un evento come l’Eurovision porti a Torino un indotto di milioni di euro, si sceglie ancora una volta di tagliare il costo del lavoro attaccandosi alla retorica dell’ “amore per la propria città“; peccato che questa dedizione la potrà esprimere solo chi può permettersi di mettere a disposizione le proprie competenze senza essere retribuito” spiegano le attiviste di Mi Riconosci, che si oppongono fermamente all’impiego di volontari negli eventi con importante rilievo economico, soprattutto in una città dove trovare lavoro è diventato sempre più difficile. “Ci chiediamo come sia possibile che un’amministrazione come quella torinese, che avrebbe potuto e dovuto imparare dai grandi eventi che ha organizzato nella scorsa decade, cerchi ancora di fare affidamento sul lavoro gratuito”, dichiara Flavio D. Utzeri, archeologo ed attivista dell’associazione, “non sono bastati i disastrosi risultati passati? Non bastano i numeri della disoccupazione giovanile in costante e vertiginosa crescita dal 2004?”

Le attiviste di Mi Riconosci pongono l’accento anche su altri elementi: il volontariato al posto del lavoro semplicemente funziona peggio e impoverisce chi viene coinvolto. “Questa amministrazione ha cominciato con le Olimpiadi e da lì non si è più fermata: cambiano i politici, non le politiche. Nonostante si organizzino eventi in grado di muovere enormi quantità di denaro, spesso pubblico, niente riesce a rimanere né nelle tasche dei torinesi, né nel tessuto economico della città. E allora a chi servono? Diciamo basta al lavoro gratuito camuffato da volontariato!” conclude Flavio D. Utzeri.

L’associazione Mi Riconosci, che nel 2018 ha presentato una proposta di legge per regolamentare il volontariato culturale, continuerà a denunciare situazioni di sfruttamento e abuso di volontari che sostituiscono il lavoro retribuito, finché non si arriverà ad una riforma e ad una regolamentazione che ponga dei limiti al reclutamento di personale non pagato, e distingua nettamente il lavoro da un servizio spontaneo e volontario con scopi di solidarietà sociale.


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