Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali nasce nel novembre 2015 dall’intuizione di un gruppo di studenti e giovani professionisti legati alla galassia dell’organizzazione studentesca Link-Coordinamento Universitario. Il movimento nasce come campagna sull’accesso alle professioni dei beni culturali e sulla valorizzazione dei titoli di studio del settore, nell’ambito di una vertenza riguardante i profili professionali che dovevano scaturire dalla legge 110/2014 (che riconosceva sette professioni dei beni culturali), ma immediatamente, come già lasciava presagire il documento programmatico di base, gli obiettivi della campagna si allargano a una generale critica analitica del mondo del lavoro nei beni culturali, attirando attivisti con i più diversi percorsi professionali e umani.
Il collettivo raggiunge immediatamente la ribalta mediatica (l’Espresso, Fatto Quotidiano, Manifesto, La7) nel gennaio 2016 con la denuncia di un bando ministeriale per volontari del Servizio Civile: nei mesi successivi la crescita nel numero di attiviste e attivisti, nonché di incontri organizzati nei territori è costante, come costante è la crescita degli argomenti trattati dal gruppo.
Nel maggio 2016 il collettivo viene consultato dalla Direzione Generale Educazione e Ricerca del MiBACT nell’ambito della scrittura dei decreti contenenti i requisiti professionali per le sette professioni riconosciute dalla legge 110/2014, divenendo di fatto, in pochi mesi, un interlocutore ministeriale. Il primo anno di attività è speso a far fronte alla crescita dell’ormai ex campagna di sensibilizzazione.
Nel gennaio 2017 Mi Riconosci? lancia un provocatorio Patto per il Lavoro Culturale, per illustrare quanto semplice sarebbe rompere il sistema di sfruttamento che attanaglia il settore se tutti (dipendenti, studenti, datori di lavoro, docenti, funzionari…) si attenessero a determinati comportamenti. Il Patto viene sottoscritto da un migliaio di persone, tra cui diversi nomi illustri.
Il 6, 7 e 8 aprile del 2017 si tiene a Bologna la prima Assemblea Nazionale del movimento, per la prima volta in presenza. Ci si confronta su obiettivi di medio e lungo termine del movimento, trovandosi concordi sul fatto che solo un cambio profondo e generalizzato del sistema che regola ad oggi il Patrimonio culturale può garantire dignità e diritti per i lavoratori. Nella giornata aperta al pubblico circa 80 persone da tutta Italia si confrontano sulle tematiche più calde (formazione, libera professione, organizzazione ministeriale): questo momento segna una nuova consapevolezza tra le attiviste e gli attivisti di Mi Riconosci.
Nei mesi successivi Mi Riconosci? inizia un processo di radicamento territoriale e di costruzione di un’organizzazione attiva su tutto il territorio nazionale, attraverso sit-in, assemblee ed eventi: un processo ancor oggi in divenire.
A gennaio 2018 il collettivo presenta nella Sala Stampa della Camera dei Deputati una proposta di legge sulla regolamentazione del volontariato culturale: siamo in piena campagna elettorale e diverse forze politiche si dicono disposte a lavorare alla proposta di legge. Da allora quei propositi non hanno avuto alcun seguiti, ma la presentazione della proposta aiuta a mettere la politica di fronte alle proprie responsabilità.
Il 21 maggio 2018, a seguito di una lunga campagna di informazione riguardo l’operato della Fondazione, due rappresentanti di Mi Riconosci incontrano la dirigenza del Fondo Ambiente Italiano nella loro sede milanese: ne nasce un comunicato congiunto contenente diversi impegni, che non saranno rispettati, motivo per cui ancor oggi Mi Riconosci chiede al FAI di cambiare codice di condotta per valorizzare il lavoro dignitoso e la competenza professionale all’interno dei propri beni.
Nel corso del 2018 le attiviste e gli attivisti di Mi Riconosci? sono tra gli ideatori e fondatori, con tanti altri soggetti, della Manifestazione per la Cultura e il Lavoro, che il 6 ottobre porterà oltre 2 mila persone a scendere in piazza a Roma per chiedere dignità, risorse e nuove leggi per il mondo della cultura. Il collettivo inizia così a dare seguito alla volontà di attivare sempre più lavoratori e lavoratrici della Cultura a prescindere dalla mansione e dal ruolo, per ottenere un fronte largo ed unito verso comuni obiettivi.
Nel corso del 2019 il collettivo diventa un’associazione. Mentre proseguono gli eventi, le denunce e tutto ciò che il collettivo continua a fare da anni, nel 2019 due sono gli assi di impegno principali.
Il primo è la denuncia del tentativo di privatizzazione, attraverso la formula della Fondazione, di larga parte del Patrimonio culturale pubblico italiano: la denuncia prende il via a febbraio, corroborata da argomenti e analisi, e poi arriva alla ribalta anche sulla stampa nazionale in pieno agosto.
Il secondo è la raccolta di dati inediti. Attraverso il sistema del sondaggio/survey, il collettivo nel corso dell’anno produce le inchieste “Discriminazioni di genere nel settore culturale” (887 testimonianze) e “Cultura, contratti e condizioni di lavoro” (1546 testimonianze), che riescono a sollevare con forza sulla stampa nazionale il problema degli abusi e del sessismo da una parte, e dello sfruttamento estremo dei lavoratori dall’altra. Nel novembre 2019 Mi Riconosci arriva per la prima volta anche su La Stampa.
Gli ultimi mesi del 2019 e i primi del 2020 sono segnati dall’impegno contro la trasformazione del nostro Patrimonio culturale pubblico in uno spazio sempre più privatizzato e lottizzato a beneficio di pochi, ma lo scoppio dell’epidemia di COVID-19 scompiglia tutti i piani. Il sistema culturale ed economico che aveva caratterizzato i primi quattro anni di vita del nostro movimento e gli ultimi trenta del nostro Paese mostra tutte le sue debolezze e contraddizioni. Per noi inizia una nuova e difficile fase, caratterizzata dalla prima Assemblea Nazionale online e dalla formulazione della proposta di un Sistema Culturale Nazionale.