Vi chiediamo infine di fare attenzione al modo in cui farete passare l’idea che un contributo al FAI aiuti a “prendersi cura del patrimonio d’arte e natura del nostro Paese”, o di “salvare l’Italia”. Il FAI infatti, in modo assolutamente legittimo essendo una fondazione privata, utilizza più del 99% dei ricavi per affari riguardanti la fondazione: acquisto e restauro di proprietà, stipendi, pubblicità, eventi. Vero è che queste proprietà vengono aperte al pubblico, ma vero anche che non si tratta del “patrimonio italiano”, ma solo di una minuscola parte in mano a una specifica realtà privata. Solo l’1% circa dei contributi che si versano al FAI vanno effettivamente al “patrimonio italiano”, inteso come patrimonio pubblico, di tutti i cittadini. E quest’anno, per dichiarazione della stessa Fondazione, la percentuale sarà ancor inferiore (cfr. pag. 45).
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