In questa lettera, inviata il 10 giugno 2020, spieghiamo al Sindaco di Deruta le nostre posizioni e chiediamo di nuovo il ritiro di quel bando per un direttore senza stipendio.
Al sindaco del Comune di Deruta Michele Toniaccini,
Gentile Sindaco,
come ha visto negli scorsi giorni, il bando da lei difeso pubblicamente per l’assegnazione del posto da Direttore del Museo Regionale della Ceramica e della Pinacoteca Comunale ha sollevato un polverone in Umbria e ormai in tutto il territorio nazionale.
Le scriviamo questa lettera aperta per spiegare meglio le nostre posizioni e per argomentare ancora una volta come mai abbiamo chiesto alla sua Amministrazione di ritirare il bando.
Certamente sarà al corrente della situazione disastrata del settore culturale -non solo a causa degli effetti del COVID-19- e sarà sicuramente anche al corrente della situazione analoga in cui si trovano e si sono trovati musei in tutto il Paese, cronicamente privi di finanziamenti e di supporto sia economico che politico. Siamo perciò sempre molto liete e lieti di riscontrare una tale difesa dell’importanza di uno spazio culturale come questo da parte di un amministratore locale e ce ne rallegriamo sinceramente. Certo, però, non perché sia motivo di prestigio possedere un tale istituto sul territorio del proprio Comune, ma perché questo rappresenta l’occasione di rafforzare la salute culturale dei cittadini, e di vivere uno spazio aperto di crescita e confronto. Sarà sicuramente al corrente, come ha già peraltro avuto occasione di raccontare, della soluzione simile alla sua che altre amministrazioni comunali hanno scelto di affrontare, e che sono state altrettanto accolte da critiche e condanne da parte di chi vive quotidianamente nel settore.
I torti perpetrati nei confronti dei professionisti dei Beni Culturali da altre amministrazioni non rappresentano una giustificazione per continuare a commetterne di simili. Un torto, beninteso, non solo verso chi dovrebbe ricoprire quel ruolo, ma anche verso il Museo stesso e i cittadini di Deruta, che hanno bisogno di spazi culturali gestiti professionalmente, non alla stregua di un passatempo o come ricerca di prestigio personale. Questa esperienza di quarantena ci ha mostrato quanto gli spazi della Cultura, soprattutto fisici, siano essenziali per la tenuta di una democrazia moderna, per il suo sviluppo e per la risoluzione pacifica e costruttiva del conflitto sociale intrinseco in ogni comunità. Ma perché abbiano davvero questo ruolo devono essere anzitutto scevri da ingiustizie e storture, liberi da ostacoli – anche economici – e rispettosi dei diritti e dei doveri civici.
Un Direttore, responsabile di così tante mansioni e così esperto, non può essere un modello e un baluardo di questi principi senza uno stipendio. Un professionista dei Beni Culturali merita la stessa dignità di un qualunque altro professionista di qualsivoglia settore: proviene da un percorso formativo lungo e complesso ed acquisisce le sue competenze sul campo aggiornandosi costantemente, essendo la materia in continua evoluzione.
La cultura è ricerca, didattica, comunicazione, marketing, valorizzazione, tutela… Comprendere cosa renda un mero privilegio svolgere una professione così articolata è letteralmente impossibile. Legittimare queste discriminazioni significa togliere dignità ad un’ampia classe di professionisti altamente specializzati che, per un qualche oscuro motivo, sembrano non essere considerati alla stregua di un qualunque altro lavoratore. Concorderà con noi sul fatto che retribuire una persona che svolge legittimamente il suo lavoro è sacrosanto.
Veniamo quindi al lato economico della vicenda: un Direttore non retribuito non è solo un insulto a chi lavora, è proprio un controsenso dal punto di vista economico. Un Direttore senza stipendio rappresenta per le casse del Comune (come anche specificato dal bando) comunque un costo, in assicurazioni, rimborsi e via discorrendo. Non sarà mai a costo zero. Ma come farà chi ricoprirà questa carica a pagare le sue di spese? Volete davvero per Deruta un direttore scientifico che vedrà nel museo un’occupazione secondaria, portata avanti, nei ritagli di tempo, solo in cambio di soddisfazione e personale e prestigio? O come un passatempo con cui dilettarsi in pensione, togliendo possibilità a chi ha energie e formazione aggiornata per poter dare la giusta forza propulsiva a questi istituti e a ciò che potrebbero rappresentare per derutesi e turisti?
Noi vorremmo per questi luoghi così strategici persone non solo qualificate, ma anche con la voglia di scommettere sul proprio ruolo, e con la possibilità anche economica di farlo, costruendo reti, non tappando buchi.
Di seguito, in ordine sparso, le firme degli attivisti della sezione umbra di Mi Riconosci?, e le colleghe e i colleghi che hanno deciso di condividere firmando questa lettera:
Flavio D. Utzeri, Archeologo
Lara Simonaitis, Dottoressa in Management dei Beni Culturali e Tecnico del Restauro
Claudia Costantino, Archeologa, AFAV (assistente fruizione accoglienza e vigilanza) della Direzione Regionale Musei Umbria in servizio all’Area archeologica di Carsulae
Veronica d’Archivio, Dottoressa in Beni Culturali, studentessa di Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Perugia
Laura Sette, Educatrice Museale
Margherita Agamennone Garibaldi, Restauratrice e Storica dell’arte
Anna Ricci, Dottoressa in Beni Culturali e studentessa di Storia dell’arte presso l’Università degli Studi di Perugia
Jessica Monacelli, Dottoressa in Beni Culturali e studentessa di Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Perugia
Valentina Santocchi, Operatore culturale presso Cascata delle Marmore
Eugenio Grasso, Guida turistica
Francesca Storni, Educatore museale
Nello Teodori, Architetto e artista. Esperto in Restauro architettonico, progettazione museale e allestimenti di mostre
Francesca Storni, Educatore museale
Solidea Placidi, Archeologa e Geometra
Elisa Polidori, Storico dell’Arte
Filippo Paciotti, Archeologo
Marinella Antolini, Archeologa e Docente di Italiano, Storia e Geografia
Sofia Menci, dottoressa in Lettere, studentessa di Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Perugia
Beatrice Francesca De Bellis, dottoressa in Lettere, studentessa di Archeologia presso l’Università degli Studi di Perugia
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