Condividiamo questa lettera scritta da una parte degli idonei del concorso per 268 funzionari archivisti del Ministero della Cultura.

Al Signor Ministro Alessandro Giuli, Ministero della Cultura
Al Cons. Francesco Gilioli, Capo dell’Ufficio di Gabinetto
Alla Dott.ssa Marina Giuseppone, Direttore Generale DG-OR
Al Dott. Antonio Tarasco, Direttore Generale DGA
Alla Dott.ssa Giuseppina Miccoli, Direzione Concorsi Formez PA
E p. c.
Ai soprintendenti delle Soprintendenze Archivistiche e Bibliografiche
A tutti i direttori degli Archivi di Stato
Alle rappresentanze sindacali CGIL, CISL, UIL, FLP, UNSA, USB, CONFINTESA
All’ANAI, Associazione Nazionale Archivistica Italiana

“In questi ultimi mesi una vicenda dai contorni davvero paradossali interessa l’Amministrazione archivistica dello Stato, nell’incomprensibile silenzio del Mibact ….i vincitori ed idonei del famoso concorso “500 Mibact” per il profilo di “funzionario archivista”, pronti a dare finalmente nuove energie all’amministrazione archivistica, dal mese di luglio dello scorso anno sono ancora in attesa di entrare in servizio. Neppure è stato comunicato loro alcunchè di certo ed ufficiale circa i motivi di questo grave ritardo, mentre nel caso degli altri profili (bibliotecari, demoetnoantropologi, antropologi, archeologi, storici dell’arte, comunicatori) l’assunzione ha già avuto luogo regolarmente… Ciò a cui i vincitori e gli idonei del concorso hanno assistito in questi mesi di attesa è stato un rimpallo di responsabilità tra il Ministero e la Commissione interministeriale Ripam (responsabile della procedura concorsuale)”. 

Stralcio del “Comunicato per l’immediata assunzione dei 127 funzionari archivisti vincitori e idonei del concorso “500 Mibact” Anno 2018. Archivio Emergenzacultura.org.

Siamo una rappresentativa degli idonei del concorso per 268 funzionari archivisti, bandito in data 8 novembre 2022 da RIPAM, procedura rientrante in una selezione più ampia che prevedeva in totale l’assunzione di 518 funzionari tecnici. Oggi a distanza di due anni dal bando ci ritroviamo a vivere una vicenda surreale, che diventa ancora più incredibile se si considera la similitudine con quella vissuta dai colleghi partecipanti al concorso bandito nel 2016. Lo stralcio del comunicato con cui apriamo questa lettera, infatti, non è stato scritto da noi, ma dai colleghi assunti nel MIC come funzionari archivisti nel 2018.

Negli istituti archivistici in cui molti di noi lavorano come consulenti, o con partita iva o come dipendenti (funzionari o assistenti amministrativi, tecnici e alla fruizione) ci troviamo spesso ad espletare funzioni utili a sopperire alla totale assenza di funzionari tecnici e permettere il loro funzionamento istituzionale: com’è noto infatti Archivi di Stato e Soprintendenze sono prossimi al collasso a causa della carenza di personale tecnico, tanto da essere spesso diretti da giovani funzionari di altri profili, privi di specifica formazione, che hanno risposto ad interpelli della Direzione Generale Archivi. Basti pensare a titolo d’esempio ad alcune regioni dove molti istituti archivistici sono privi di archivisti e vengono diretti da funzionari archeologi, funzionari restauratori o amministrativi, spesso distaccati per l’occasione, e dove i lavori archivistici e di valorizzazione vengono realizzati principalmente dagli assistenti e dai collaboratori esterni.

Mancando da decenni l’opportunità di concorsi per gli esterni o di progressioni verticali per il personale interno al MIC, tutti noi, grazie al possesso dei titoli richiesti dal bando e le competenze acquisite in anni di lavoro presso gli archivi, abbiamo colto l’occasione per una crescita professionale o una stabilizzazione lavorativa. Essendo i più numerosi in termini di assunzione siamo stati i primi a svolgere le prove scritte il 22 maggio e tra i primi ad iniziare con le prove orali il 4 settembre 2023. Al termine delle stesse, il 18 dicembre, siamo risultati idonei in 340. Ma nonostante siano passati tra i 10 e i 13 mesi dall’espletamento delle prove orali, allo stato attuale, nessuno di noi conosce la propria valutazione agli orali, né tanto meno la sua posizione in graduatoria, visto che non ne esiste una!

In questi giorni circa 170 futuri funzionari restauratori e bibliotecari del MIC sono stati chiamati a scegliere le sedi. Da luglio ad oggi hanno preso servizio circa 700 nuovi funzionari tecnici tra archeologi, architetti, storici dell’arte, demoetnoantropologi e paleontologi a fronte delle 250 assunzioni previste dal bando (e poi ampliate) per quei profili tecnici. Il MIC è stato autorizzato infatti ad aggiungere alle 518 unità previste inizialmente altre 700 unità e di fatto ha utilizzato quasi tutte le risorse disponibili. Mancano solo quelle previste per gli archivisti, di cui la graduatoria sembrerebbe non essere mai stata trasmessa dallo stesso RIPAM a FORMEZ e al MIC, sebbene il 19 settembre l’amministrazione avesse annunciato la sua pubblicazione entro i primi di ottobre perché finalmente vidimata in data 12 settembre. E, mentre nel 2018 la giustificazione per la sospensione della graduatoria è stato un ricorso al TAR, oggi, secondo quanto riportato da varie fonti, i ritardi sarebbero da imputare a dei concorrenti sprovvisti dei titoli di accesso previsti dal bando, cosa che rende ingiustificabile un’attesa così lunga, visto che la commissione giudicatrice avrebbe terminato i lavori addirittura in primavera. In questi mesi si sono susseguiti comunicati scritti dall’ANAI, Associazione Nazionale Archivistica Italiana, dal CICOM, Comitato Idonei Concorso MIC, e richieste dei sindacati al ministero, ma anche per noi, oggi, come nel 2018, c’è solo il rimpallo di responsabilità dal MIC alla Commissione interministeriale RIPAM.

Mentre quest’ultima continua a perdere tempo e il ministero – che ha lautamente pagato per l’erogazione di una procedura concorsuale assolutamente necessaria per evitare la chiusura di molti istituti – ci dà scadenze temporali regolarmente disattese, gli istituti archivistici languono privi di personale tecnico adeguatamente preparato e 340 concorrenti con le loro famiglie vivono una vita sospesa, anche a livello professionale, da più di un anno. Perché nell’attesa di una pubblicazione imminente, più volte annunciata, della propria graduatoria molti colleghi precari o con partita iva non hanno firmato contratti per evitare di lasciare a metà un lavoro, altri hanno rinunciato a contratti a tempo determinato e i dipendenti negli Archivi di Stato sono rimasti e rimangono fuori dai progetti, anche di riordinamento dei fondi, che presuppongono continuità a causa dell’incognita di una loro futura presenza in organico. 

Ed è proprio per questo che noi oggi con questa lettera aperta chiediamo CHIAREZZA! Nonostante la nostra categoria sia, insieme a quella dei bibliotecari, in maggior sofferenza rispetto alle altre a causa di una cronica carenza negli organici e pochissimi posti messi a concorso negli anni passati, abbiamo visto assumere celermente circa 700 colleghi degli altri profili professionali addirittura con graduatorie similari per numero o anche più ampie rispetto alla nostra: e non parliamo solo dei vincitori, ma anche di centinaia di idonei di cui sono stati controllati tutti i titoli, ben più numerosi dei nostri! Per questo, ritenendo ormai ingiustificabili questi tempi di attesa chiediamo la PUBBLICAZIONE DELLA GRADUATORIA DEI FUNZIONARI ARCHIVISTI e LO SBLOCCO DELLE NOSTRE ASSUNZIONI. Ricordiamo infatti che dietro i 340 codici alfanumerici identificativi degli idonei ci sono persone, vite e famiglie che attendono RISPOSTE anche da più di un anno!

Di seguito pubblichiamo la versione PDF della lettera completa di firmatari e firmatarie.


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