In sostanza, l’investimento pubblico in questa operazione è di 9 milioni di euro messi da Cassa Depositi e Prestiti e 10 milioni dal MiBACT, a fronte di un esborso di soli 9 milioni di euro da parte di Chili in “know-how e cash”. Il tutto allo scopo di creare una nuova compagnia controllata al 51% dal pubblico e al 49% da un privato, nonostante ammonti al 67% la quota di investimenti pubblici, per… per vendere un prodotto che, se fosse distribuito dalla RAI, costerebbe meno a tutti i contribuenti, e potrebbe essere distribuito gratuitamente, almeno in parte (anche se l’opzione gratuità non sembra essere mai stata realmente nei piani di Franceschini, che evidentemente ignora i bisogni delle fasce meno abbienti della popolazione).
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