“Il volontariato è di per sé un’esperienza lodevole, ma nel mondo culturale si è da tempo trasformato in uno strumento di azzeramento dei costi del lavoro” dichiara Mattia Spadoni, attivista dell’associazione. “Questo causa gravi problemi a tutto il settore, già problematico a livello lavorativo-occupazionale: spinta a ribasso dei salari, abbassamento della qualità dei servizi, creazione di condizioni inique, svilimento della professionalità, normalizzazione del lavoro gratuito”. A maggior ragione se si tratta di iniziative, come Capitale italiana della Cultura, che ricevono finanziamenti pubblici e attirano attenzione mediatica e attrattori economici. “Quello che gira intorno alla costruzione, alla gestione e al successo dei grandi eventi culturali è lavoro a tutti gli effetti, e come tale va trattato ed adeguatamente retribuito” conclude l’attivista. “Per noi, non può esserci alcuna Capitale culturale dove c’è svilimento delle competenze e sfruttamento del lavoro”.
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