Storie non troppo fantastiche dal magico mondo dei Beni Culturali del Bel Paese.

C’era una volta un territorio bellissimo,con un patrimonio di ricchezze inestimabili. Proprio grazie a queste sue invidiabili caratteristiche, gli era stato dato il nome di Bel Paese. Il Bel Paese sapeva da tempo immemore che il suo patrimonio era la sua grande forza, e che per questo necessitava di leggi e persone che potessero tutelarlo,valorizzarlo e conservarlo: per questo nacque Mibact. Mibact subì tante trasformazioni e cambiò molti nomi, per adattarsi al mondo che l’aveva accolto. Eppure dopo lunghi anni non aveva ancora compreso che era necessario porre a lavorare per quel patrimonio persone che quel lavoro lo sapessero fare, che avessero studiato e avessero imparato a svolgerlo. Ma, cosa del tutto inverosimile -ci capirete, cari lettori-, in quel Paese esistevano corsi di laurea specifici, ormai da decenni, che insegnavano le nozioni che permettessero di svolgere al meglio quelle professioni. Il fratello maggiore di Mibact, tal Miur, formava persone e professionisti in modo accurato, e poi, senza curarsene, Mibact assumeva altri, privi di formazione e preparazione: un fatto del tutto incredibile! Eppure ciò accadeva, e per questi parve al popolo che Mibact fosse pazzo, o meglio, come vedremo, vittima di un incantesimo.

Storie incredibili giungevano dal Bel Paese, in cui Mibact pareva esser fuori di senno, e non richiedeva ciò che per uomo dotato d’intelletto, sarebbe parso scontato. Non ci credete? State a sentire.

Avveniva che una grande Università, pensate, si chiamava “la Sapienza”, un giorno avesse bisogno di un nuovo bibliotecario; da anni, ormai, la stessa Università formava archivisti e bibliotecari, attraverso corsi specifici. Eppure, e fu certo opera di magia, non lo neghiamo, la Sapienza decise che avrebbe assunto come bibliotecario una persona qualunque, con una laurea qualsiasi. Ma come? Formavano biblioteconomi e poi non ne richiedevano le competenze? Ebbene sì, signori miei! Ve l’ho detto, qui si raccontano storie inverosimili! Tuttavia non mentiamo:  http://www2.uniroma1.it/organizzazione/amministrazione/ripartizionepersonale/documenti/bandi/TA_Universita_D_1posto_Biblio_04-12-2015.pdf

E voi direte “erano pazzi! In preda alla follia!”, ma così non è, credeteci, in quel Paese ciò era d’uso!

Ma seguitemi, seguitemi e state a sentire, se ciò non vi pare abbastanza. Accadeva, in quel Bel Paese, che per impratichirsi con il lavoro fosse previsto il “tirocinio”, ma solo per formare i lavoratori, e per tempo limitato. Eppure accade che s’usassero i tirocini per sfruttare i professionisti senza pagarli e sì, potete crederlo, senza alcuna finalità lavorativa. E i giovani passavano, come in un ballo, da un tirocinio all’altro. Il lettore, certo non sprovveduto, avrà pensato: “ma in questo Paese non v’era forse un Governo? E Mibact, che nacque per questo, non poteva fare qualcosa?”. Ma certo che c’era un Governo, e ora vi racconterò qualcosa che confermerà, anche ai più scettici, il fatto che il Bel Paese fosse preda d’un oscuro incantesimo.

Si riunì un giorno la grande Conferenza Stato-Regioni, e decise, per fermare tali abusi, di sancir le Linee guida in materia di tirocini. Si diceva, in tale scritto, che i tirocini, per esempio, dovessero essere retribuiti con almeno 300 euro al mese, cifra comunque irrisoria e insufficiente per una vita dignitosa. E cosa accadde, dopo la promulgazione di tale documento? Non ci crederete: nulla! I tirocini gratuiti proliferarono, non fu posto freno alcuno. Tale era il torpore da cui era invaso Mibact.

Su internet si trovavano, visibili da governanti e popolo, tirocini senza retribuzione alcuna. Eppure la grande Conferenza aveva deciso che ciò non avrebbe più dovuto accadere!

http://www.jobsoul.it/SoulWeb/schedaTirocinio.action?idOpportunita=8FEF299F-9007-4AC2-B70C-6AEC7782B86D

http://www.jobsoul.it/SoulWeb/schedaTirocinio.action?idOpportunita=264AD05F-AF46-4916-8317-5F4B893D2910

Ma uno Stato dovrebbe fare delle leggi che poi vengano rispettate, nel mondo reale è così, non è vero? Nel Bel Paese però accadevano cose mirabolanti, meravigliose, fuori da ogni logica! Un incantesimo che sembrava non spezzarsi mai…

La magia non finiva, la magia non sembrava interrompersi. E tante altre storie mirabolanti potremmo raccontare ancora, ma il lettore finirebbe per annoiarsi, perché tale Paese era così diverso dai Paesi del mondo reale! Ad esempio, lasciateci dire, c’era un grande Museo, di certo anch’esso magico, in quanto Egizio. Ma era un Museo grande e importante. Eppure, per scegliere chi assumere e chi no, non permetteva di pubblicare le domande online, non pubblicava mai la lista dei richiedenti, né i risultati della selezione, come accadeva nei Paesi vicini. Solo un oscuro “candidato selezionato” (http://www.museoegizio.it/) stava scritto: e tale selezionato riceveva, lui solo, nell’oscurità, la risposta. Voi vi stupirete, ma ascoltate: come si potevano spiegare i criteri usati per la selezione, come si sarebbe potuto pubblicare una graduatoria con i risultati, cari lettori, se tale selezione era regolata, ormai l’avrete capito, dalla magia!

E tante, tante altre storie del tutto inverosimili, simili a quelle ivi narrate, giungevano da quelle lande! Ma non ci è possibile narrarvele tutte, comprenderete… Lettori cari, oggi vi abbiamo portato in un mondo fantastico, in cui la magia e la scelleratezza la facevano da padroni. Un mondo in cui la logica e la ragione non esistevano, e si perpetravano bizzarri costumi.

Quel Bel Paese, preso in quel vortice di deliri e pazzie, vedeva il suo grande patrimonio culturale distruggersi giorno dopo giorno. Ma troppo forte era il torpore, e Mibact, nato per difendere tal patrimonio, appariva incapace di risvegliarsi dall’incantesimo. Tuttavia se conoscete le favole, e sappiamo che le conoscete, sapete che gli incantesimi possono sempre essere spezzati. Questa nuova storia, però, è ancora da scrivere.


1 Comment

Ma si può dire qualcosa di serio sul Museo Egizio e le sue iniziative? – MI RICONOSCI? Sono un professionista dei beni culturali · 18/02/2018 at 13:44

[…] già criticato Christian Greco in passato, per alcuni bandi, per la scelta di far praticare Zumba nel museo, e via dicendo; restano poi tutte le problematiche […]

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