Per tutto il corso del progetto i pagamenti mensili arrivano spesso in ritardo di mesi, ma arriviamo quindi alla situazione odierna, quella che è seguita alle chiusure da coronavirus. I tirocinanti fino a ieri si trovavano privi di stipendio da dicembre, fatto indipendente dall’emergenza in corso ma non per questo meno vergognoso. Oggi hanno ricevuto la paga di gennaio. Ma è una goccia nel mare: essendo sospese tutte le attività, il tirocinio è sospeso, dunque non riceveranno alcun conguaglio mensile fino a quando queste non riprenderanno. E questa particolare condizione di tirocinanti “sospesi” gli impedisce di accedere a qualsiasi bonus o sussidio, sia tra quelli istituiti per far fronte all’emergenza sia tra quelli strutturali, come i sussidi di disoccupazione. Senza stipendio, senza reddito, senza lavoro, senza sussidi.
“Siamo stanchi di dover elemosinare quel poco che ci spetta di continuo, col timore di ricevere risposte stizzose e prive di fondamento da quei pochi funzionari che ci degnano di una risposta telematica” raccontano loro nel comunicato stampa. Uomini e donne che prestano la propria professionalità al Ministero dei Beni e della Attività Culturali.
Una storia italiana, più strana di altre ma non per questo isolata: sono migliaia in giro per il Paese i tirocinanti sospesi nella stessa situazione. Una storia che merita un lieto fine, garantendo un reddito minimo fino alla fine dell’emergenza, per tutte e tutti.
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