Ecco il comunicato per intero (i grassetti sono nostri)
“Siamo stati informati che alcune agenzie hanno comunicato ieri alle guide che lavorano per loro che da Marzo i compensi saranno abbassati.
Questo, a detta delle agenzie, per contenere i costi vista la crisi. Altrimenti, se le guide non accetteranno, saranno costrette a rimborsare i clienti e annullare i tour. Il tutto con 24 ore di “preavviso”.
E’ bastata una settimana di crisi per arrivare allo sciacallaggio. Alcune agenzie non hanno retto neanche due settimane prima di rivalersi sulle guide.
Qualche grande tour operator ha guadagnato cifre notevoli negli ultimi anni grazie al turismo che lievitava, talvolta beneficiando di sedi fiscali all’estero.
Adesso però alcune agenzie pretendono che le guide accettino un compenso più basso perché ci sono pochi clienti a confermare il tour. Vogliono condividere le perdite. Come mai questa commovente condivisione non accade mai anche con gli introiti, quando le agenzie guadagnano con tanti più clienti oltre il break even point?
Si chiama rischio di impresa.
Chi riesce a guadagnare tanto per anni comprando migliaia di biglietti del Colosseo se ne deve assumere la responsabilità quando le cose vanno bene e quando vanno male, non scaricando le perdite sulle guide.
Comprendiamo perfettamente il problema di liquidità di gran parte delle agenzie, perché sappiamo bene che il vuoto per pieno è la prassi nel turismo ed è necessario.
Siamo solidali soprattutto con le piccole agenzie e le giovani realtà emergenti che faticano ogni mese a sopravvivere nel mondo del turismo, ormai senza regole e senza etica.
Nella crisi generale che ci coinvolge tutti, piccoli e grandi, agenzie e guide, avremmo compreso se per esempio le agenzie avessero chiesto a chi lavora per loro di aspettare un po’ di tempo prima di essere pagati; sarebbe stato più onesto proporre di pagare a 3-4 mesi, piuttosto che abbassare i compensi.
Inoltre, se il Governo stanzierà dei fondi, saranno dati alle imprese, cioè alle agenzie, non alle guide: le possibilità che alle guide siano dati aiuti economici sono 1 su 100, se va bene avranno sgravi fiscali e dilazioni dei pagamenti e dei contributi. Quindi le guide saranno “due volte cornute e mazziate”: si beccano tour cancellati senza alcun rimborso dalle agenzie, quando i tour li confermano sono costrette ad accettare compensi più bassi, ma dallo Stato non prenderanno nulla.
Questo abbassamento dei compensi, secondo le agenzie, sarà solo “fino alla fine dell’emergenza e quindi alla ripresa del mercato”. Ma questa cosa, quelli di noi con più anni di esperienza e lavoro alle spalle, l’hanno già vista (ad esempio nel 2001 dopo gli attentati alle Torri). E stavolta come allora non li rialzeranno i compensi. Perché passato il momento peggiore dovranno riprendersi per alcuni mesi dalla crisi, così si arriverà al 2021 e, a quel punto, quando qualche guida un po’ naif chiederà “Ma allora da questa alta stagione ci ripagate con le tariffe del 2019, vero?” vi risponderanno guardandovi come delle sceme “What? What do you mean?”. I compensi non si rialzano. Mai.
Certo, per gran parte delle guide sarà difficile dire di no. Siamo liberi professionisti a Partita IVA e, a meno che uno non sia coperto da una famiglia solida economicamente o da buoni risparmi, difficilmente potrà sopravvivere per mesi senza lavoro. Moltissimi – per esempio single, madri single, chi ha cominciato a lavorare da poco, chi ha mutui impegnativi e tutti quelli con situazioni economiche precarie – non potranno permettersi di rischiare.
Perché sappiamo bene che tutti avranno paura di essere fatti fuori dall’agenzia. È questo il vero ricatto.
Dispiace però sapere che molti il ricatto lo hanno accettato subito, senza pensarci due volte, quasi ringraziando.
E’ questo il massimo di dignità e lungimiranza che la categoria riesce a tirare fuori?
Un consiglio per tutti: in casi del genere, nessuna guida deve rispondere per prima “per me va bene”. Dite che ci penserete, fate una riunione e discutetene tra voi, tutte le guide che lavorano per quella agenzia. È scorrettissimo che qualcuno risponda per conto proprio decidendo per se’ e mettendo in difficoltà tutti gli altri. Imparate a fare squadra.
AGTA non può dire a nessuno cosa fare, ricordate però che accettando vi state ipotecando il futuro, ben oltre la fine dell’emergenza Coronavirus.
E soprattutto, sappiate che non si tratta di una decisione individuale: ciò che fate riguarda tutta la categoria. Chi accetta, abbassa non soltanto il proprio compenso, ma quello di tutte le guide, perché il crollo dei compensi sarà a cascata.
E questa è l’unica divisione che dovrebbe rimanere impressa nella mente di tutti: al di là delle posizioni che spesso ci dividono, quello che conta di più è la differenza tra chi se ne frega degli altri e accetta per sé condizioni capestro che ricadranno su tutti, e chi invece non cede e rischia.
Mai come ora dovrebbe essere chiaro perché i compensi delle guide devono essere mantenuti alti e non devono essere abbassati: perché non abbiamo ammortizzatori di sorta. Il compenso comprende le ferie, la malattia, la maternità, la pensione e anche, soprattutto, l’assicurazione rischi contro gli eventi catastrofici e le crisi del settore. Accettare i drastici tagli ai compensi proposti da alcune agenzie equivale a rinunciare alla vostra assicurazione rischi. E nei tempi buoni, che per fortuna torneranno, speriamo che tutte le guide si ricordino come calcolare i compensi per vivere dignitosamente “nella buona e nella cattiva sorte”.
Visto che siamo in vena di “dura verità”, diciamo pure che un ricatto così le agenzie non se lo sarebbero potute permettere se il 100% delle guide fosse iscritto a dei sindacati di categoria. Mai come ora dovrebbe essere chiaro perché le associazioni di categoria esistono e servono.
I DIRETTIVI di AGTA e AGTAR (presenti e passati)”
1 Comment
Maria Gorlukovich · 07/03/2020 at 17:43
Come ogni imprenditore privato da parecchio tempo fa dovevamo e dobbiamo stipulare un fondo assicurativo per questo tipo di inconveniente. Come fanno per esempio gli albergatori.Facendo, come e sovrascritto il gruppo. Altrimenti rimaniamo nel medioevo e tutti comunicati rimarranno le parole vuote.